Nuove opportunità nel mercato degli NPL: La direttiva UE 2167/2021 rivoluziona la gestione dei crediti deteriorati

Nuove opportunità nel mercato degli NPL: La direttiva UE 2167/2021 rivoluziona la gestione dei crediti deteriorati

Una spinta verso mercati secondari efficienti e accessibili per investitori privati

L’Unione Europea ha recentemente approvato la Direttiva UE 2167/2021, conosciuta come NPL Secondary Market Directive, con l’obiettivo di facilitare lo smaltimento dei Non-Performing Loans (NPL) dai bilanci delle banche. Questa direttiva, entrata in vigore il 10 giugno 2024, introduce regolamenti più stringenti per le banche, incoraggiando allo stesso tempo lo sviluppo e l’integrazione dei mercati secondari. Essa concede maggiore potere gestionale delle posizioni in sofferenza agli intermediari finanziari autorizzati (secondo l’art. 106 T.U.B.) e alle società previste dall’art. 115 T.U.L.P.S., sotto il controllo e la vigilanza della Banca d’Italia.

La direttiva richiede ai Paesi Membri di eliminare le barriere di accesso che attualmente ostacolano la costituzione di mercati secondari efficienti, trasparenti e aperti a una gamma più ampia di investitori, inclusi quelli non istituzionali. Questo cambiamento permetterà, ad esempio, di aprire il mercato degli NPL ipotecari agli immobiliaristi, che potranno intervenire direttamente come investitori privati grazie alla professionalità dei gestori.

Le società di Gestione del Credito (i “gestori”) saranno soggette a un regime autorizzativo con requisiti stringenti di professionalità, competenza e onorabilità. Questo favorirà le strutture già presenti sul mercato, che possiedono le licenze appropriate e un track record verificabile tramite le operazioni pubblicate in Gazzetta Ufficiale.

L’apertura del mercato degli NPL agli investitori privati, come stabilito dalla Direttiva UE 2167/2021, rappresenta una significativa opportunità finanziaria. Essa favorirà l’ampliamento dell’accesso al mercato, offrendo nuove possibilità a chi è interessato a investimenti anticipando le aste e trattando i crediti con società autorizzate di gestione del credito come la nostra.

 

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Decreto Legislativo di Recepimento della NPL Secondary Market Directive Approvato dal Consiglio dei Ministri

Decreto Legislativo di Recepimento della NPL Secondary Market Directive Approvato dal Consiglio dei Ministri

La direttiva liberalizza la cessione dei crediti deteriorati e introduce nuovi requisiti di vigilanza per i gestori di crediti

Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, e del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, il decreto legislativo di recepimento della NPL Secondary Market Directive. Questo importante passo avviene a pochi giorni dalla data definitiva del 29 giugno, quando la Direttiva UE 2167/2021 entrerà in vigore senza ulteriori rinvii.

La direttiva, che modifica le precedenti direttive 2008/48/CE e 2014/17/UE, mira a uniformare le norme relative alla cessione dei crediti deteriorati, favorendo lo sviluppo dei mercati secondari e rafforzando le protezioni per i debitori ceduti.

Secondo il comunicato di Palazzo Chigi, la direttiva introduce diverse novità significative:

  1. Liberalizzazione della Cessione dei Crediti Deteriorati: Le istituzioni finanziarie potranno cedere i crediti deteriorati ai cosiddetti “acquirenti di crediti” (credit purchasers), che possono essere persone fisiche o giuridiche che operano professionalmente in questo ambito.
  2. Aumento delle Protezioni per i Debitori Ceduti: Vengono istituiti maggiori controlli sul mercato dei crediti e vengono introdotte nuove tutele per i debitori ceduti. Questo include un regime autorizzativo e di vigilanza minimo per i “gestori di crediti” (credit servicers).
  3. Regolamentazione dei Rapporti tra Acquirenti e Gestori di Crediti: La direttiva disciplina i rapporti tra acquirenti di crediti, gestori di crediti e, ove applicabile, fornitori di servizi di gestione dei crediti, introducendo anche obblighi informativi, regole di condotta e un nuovo albo di vigilanza per gestori di crediti, insieme a un sistema di reclami per i debitori.

La direttiva doveva essere recepita entro il 29 dicembre 2023. Tuttavia, è stata prevista una norma transitoria che consente ai soggetti già operativi al 30 dicembre 2023 di continuare le loro attività fino al 29 giugno 2024 o fino all’ottenimento dell’autorizzazione necessaria.

Un commento sulla Direttiva UE 2167/2021, approvata il 10 giugno 2024, meglio nota come NPL Secondary Market Directive, sottolinea come il Legislatore Europeo si sia concentrato sulla rimozione degli NPL dai bilanci bancari. La direttiva impone regole più rigide per le banche e incentiva lo sviluppo e l’integrazione dei mercati secondari. Ciò dà maggiore potere gestionale agli intermediari finanziari autorizzati (106 T.U.B.) e alle società 115 T.U.L.P.S., con un regime autorizzativo e di vigilanza gestito dalla Banca d’Italia.

Gli Stati Membri sono tenuti a eliminare le barriere di accesso per creare mercati secondari efficienti e trasparenti, aperti anche a investitori non istituzionali. Questo permetterà, per esempio, di coinvolgere gli immobiliaristi nel mercato degli NPL ipotecari, consentendo loro di intervenire come investitori privati con il supporto professionale dei Gestori di Credito.

La direttiva impone alle società di gestione del credito requisiti specifici di professionalità, competenza e onorabilità, favorendo le strutture già presenti sul mercato, dotate delle necessarie licenze e con un track record verificabile. L’apertura del mercato degli NPL agli investitori privati rappresenta un’opportunità finanziaria significativa, ampliando le possibilità di accesso e permettendo agli interessati di anticipare le aste, trattando i crediti con società autorizzate di gestione del credito.

Se ne discuterà ulteriormente il 19 giugno al Caffé di BeBeez, in vista della prossima entrata in vigore della direttiva.

Vuoi continuare ad usufruire delle cessioni dei cassetti fiscali da superbonus nonostente la norma “spalmacrediti”?

Vuoi continuare ad usufruire delle cessioni dei cassetti fiscali da superbonus nonostente la norma “spalmacrediti”?

Con l’attuale contesto normativo, le banche italiane si allontaneranno dagli acquisti dei cassetti fiscali.

Da tempo abbiamo ragionato sulle soluzioni applicabili alle leggi vigenti considerando tutte le modifiche intervenute. Una volta generato il credito e reso visibile nel cassetto fiscale, era necessario costruire un meccanismo rotativo per permettere anche a chi acquistava i crediti fiscali di utilizzarli in compensazione degli F24 a debito.

Questo avrebbe consentito di smaltire il magazzino di crediti e riacquisire capacità di acquisto per quelli incagliati. La soluzione ideale sarebbe stata la cartolarizzazione dei cassetti fiscali, ma i costi della struttura dell’operazione erano eccessivi e a discapito dei cedenti.

Abbiamo creato un meccanismo che porta alla frazionabilità dei cassetti non solo per annualità, ma anche per mensilità, settimanali e giornalieri con cassetti fiscali di immediata compensabilità. La soluzione è divenuta ideale per le imprese cessionarie che intendono risparmiare sul pagamento delle imposte acquistando crediti d’imposta a tassi vantaggiosi e senza rischi ed al contempo è perfetta per le imprese cedenti con esigenze di liquidità.

Possiamo vantare operazioni di cessione giornaliere supportate da escrow account notarile, con regolamentazioni ad hoc per singoli cedenti e cessionari, e il supporto costante di una rete di Professionisti in tutta Italia.

Cosa si intende per insolvenza e quali sono le sue implicazioni?

Cosa si intende per insolvenza e quali sono le sue implicazioni?

Esplorando le sfide finanziarie delle imprese e i rimedi disponibili

L’insolvenza è un termine che suscita preoccupazione tra gli imprenditori e gli investitori, poiché può segnalare gravi difficoltà finanziarie per un’azienda. Comprendere cosa significa esattamente essere insolventi e quali siano le conseguenze è fondamentale per gestire correttamente le finanze e proteggere gli interessi degli stakeholder. In questo articolo, esamineremo da vicino il concetto di insolvenza, i segnali che indicano quando un’azienda è insolvente, e i rimedi disponibili per affrontare questa situazione.

Cosa si intende per insolvenza?

L’insolvenza si verifica quando un’azienda non è in grado di pagare i propri debiti quando diventano dovuti. Questo può derivare da una mancanza di liquidità, ovvero di fondi disponibili, per soddisfare gli obblighi finanziari, o da un eccessivo indebitamento che supera la capacità dell’azienda di rimborsare i creditori. L’insolvenza può essere temporanea o permanente, a seconda della gravità della situazione finanziaria dell’azienda e delle sue prospettive future.

Quando un’azienda viene dichiarata insolvente?

L’insolvenza di un’azienda può essere dichiarata in diversi modi, a seconda della giurisdizione e delle leggi locali. Tuttavia, ci sono alcuni indicatori chiave che suggeriscono che un’azienda potrebbe essere insolvente:

  1. Difficoltà nel pagare i debiti: Se un’azienda non è in grado di pagare i fornitori, gli interessi sui prestiti o altre passività quando diventano dovuti, è un segno chiaro di insolvenza.
  2. Ritardi nei pagamenti: I ritardi continui nei pagamenti verso i creditori possono indicare problemi finanziari sottostanti e la mancanza di liquidità.
  3. Diminuzione dei flussi di cassa: Se i flussi di cassa dell’azienda sono insufficienti per coprire i costi operativi e finanziari, potrebbe essere un segnale di insolvenza imminente.
  4. Aumento dell’indebitamento: Un rapido aumento dell’indebitamento senza una corrispondente crescita delle entrate può portare a problemi di insolvenza nel lungo periodo.

Una volta che un’azienda è stata dichiarata insolvente, possono essere intraprese diverse azioni legali da parte dei creditori per recuperare i propri crediti. Questo può includere procedure di insolvenza come il fallimento o l’amministrazione controllata, a seconda delle leggi e delle normative locali.

Rimedi contro l’insolvenza

Esistono diversi rimedi che un’azienda insolvente può adottare per affrontare la propria situazione finanziaria:

  1. Rinegoziazione dei debiti: L’azienda può cercare di negoziare con i creditori per ridurre i pagamenti dei debiti, estendere i termini di pagamento o ristrutturare il debito per renderlo più gestibile.
  2. Razionalizzazione delle attività: Riducendo i costi superflui e ottimizzando le operazioni, l’azienda può migliorare la propria redditività e la sua capacità di generare flussi di cassa positivi.
  3. Ricerca di finanziamenti aggiuntivi: L’azienda può cercare finanziamenti esterni, come prestiti o investimenti, per ottenere liquidità aggiuntiva e superare il periodo di difficoltà finanziaria.
  4. Riorganizzazione aziendale: Una completa riorganizzazione aziendale potrebbe essere necessaria per ridimensionare l’azienda, concentrarsi sulle attività più redditizie e ridurre al minimo le perdite.

È importante notare che i rimedi contro l’insolvenza possono variare a seconda della gravità della situazione e delle circostanze specifiche dell’azienda. In alcuni casi, potrebbe essere necessario ricorrere a procedure di insolvenza più drastiche, come il fallimento, per liquidare l’azienda e pagare i creditori in modo equo.

Conclusioni

L’insolvenza è una sfida finanziaria significativa per qualsiasi azienda e può avere conseguenze gravi se non viene gestita prontamente ed efficacemente. Comprendere i segnali di insolvenza e agire tempestivamente per affrontare la situazione è essenziale per proteggere gli interessi degli stakeholder e preservare il valore dell’azienda. Con i giusti rimedi e una pianificazione oculata, molte aziende possono superare con successo le difficoltà finanziarie e tornare alla stabilità e alla prosperità.

Come proteggere la tua azienda dai cyber risk: le assicurazioni sono la risposta?

Come proteggere la tua azienda dai cyber risk: le assicurazioni sono la risposta?

Esploriamo l’importanza delle assicurazioni contro i cyber risk, le minacce più comuni e le strategie per mitigarle

Nell’era digitale in cui viviamo, le minacce informatiche rappresentano una sfida sempre più pressante per le aziende di ogni dimensione e settore. Con l’aumento delle attività online e della dipendenza dalla tecnologia, le vulnerabilità informatiche sono diventate una realtà con cui tutti devono confrontarsi. Ma cosa sono esattamente i cyber risk, quanto sono frequenti e, soprattutto, come possiamo tutelarci da essi? In questo articolo, esploreremo queste domande cruciali, concentrandoci sull’importanza delle assicurazioni contro i cyber risk, sulle minacce più comuni e sulle strategie per mitigare i rischi.

Cosa sono i cyber risk?

I cyber risk si riferiscono alla vasta gamma di minacce informatiche che possono compromettere la sicurezza e l’integrità dei dati e dei sistemi informatici di un’azienda. Queste minacce possono includere attacchi di malware, hacking, phishing, furto di dati, interruzioni del servizio e molto altro ancora. Le conseguenze di tali attacchi possono essere devastanti, con perdite finanziarie, danni alla reputazione dell’azienda e violazioni della privacy dei clienti.

Quanto sono frequenti i cyber risk?

I cyber risk sono diventati sempre più comuni e diffusi, con un numero crescente di aziende che sono state vittime di attacchi informatici negli ultimi anni. Nessuna azienda è immune da queste minacce, indipendentemente dalle dimensioni o dal settore di appartenenza. Le statistiche mostrano che le violazioni dei dati sono in costante aumento, con conseguenze finanziarie significative per le aziende colpite. Pertanto, è essenziale che le aziende adottino misure preventive efficaci per proteggersi da tali rischi.

Come ci si può tutelare tramite assicurazioni ai cyber risk?

Una delle principali strategie per proteggere un’azienda dai cyber risk è investire in assicurazioni specifiche per la cybersecurity. Queste polizze forniscono una copertura finanziaria in caso di violazione dei dati, perdite finanziarie dovute a interruzioni del servizio o danni alla reputazione dell’azienda a seguito di un attacco informatico.

Le assicurazioni ai cyber risk possono offrire una serie di vantaggi, tra cui:

  1. Copertura delle spese legali e delle riparazioni: Le assicurazioni possono coprire le spese legali e i costi di riparazione dei danni causati da un attacco informatico, compresi i costi di recupero dei dati e di ripristino dei sistemi.

  2. Protezione finanziaria: Le polizze possono fornire un sostegno finanziario in caso di perdite finanziarie dovute a interruzioni del servizio o danni alla reputazione dell’azienda.

  3. Assistenza nella gestione delle crisi: Le compagnie assicurative possono fornire supporto nella gestione delle crisi, aiutando le aziende a gestire la comunicazione con i clienti e il pubblico durante un attacco informatico.

  4. Miglioramento della sicurezza: Alcune polizze possono includere servizi di consulenza e valutazione della sicurezza informatica per aiutare le aziende a migliorare le proprie difese contro i cyber risk.

Tuttavia, è importante notare che le assicurazioni contro i cyber risk non sono una soluzione completa. È essenziale che le aziende adottino anche misure preventive robuste, come l’implementazione di politiche di sicurezza informatica, la formazione del personale e l’uso di software antivirus e firewall aggiornati.

In conclusione, i cyber risk rappresentano una minaccia sempre più grave per le aziende di oggi, ma investire in assicurazioni specifiche per la cybersecurity può fornire una protezione preziosa. Tuttavia, queste assicurazioni dovrebbero essere integrate con misure preventive efficaci per garantire una difesa completa contro le minacce informatiche in continua evoluzione.